Corpo Sonoro

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Si chiama “corpo sonoro” qualunque sistema in grado di vibrare coerentemente quando l’intero equilibrio molecolare viene sollecitato da uno stimolo adeguato che lo deforma: viene indotto un movimento oscillatorio delle molecole, che viene chiamato vibrazione, e il “suono” è la sensazione data da questa vibrazione di un corpo in oscillazione. Se molecole vibrano insieme in modo coordinato, ne risulta un suono, se non vibrano in modo coordinato, la risultante è un rumore.
Il suono in fisica è un fenomeno complesso che comprende la propagazione di onde meccaniche elastiche prodotte da un corpo sorgente in un fluido, e che a loro volta inducono il movimento vibratorio in un corpo che le riceve e viene sollecitato. Si tratta di una trasmissione di energia cinetica attraverso la materia, ma senza spostamento visibile o trasmissione di materia!
Il ritmo e la voce umana sono i primi suoni. La natura stessa del suono è movimento: nasce dalla vibrazione di un corpo e il suo compito è di entrare in un altro corpo e farlo vibrare.

Nel flamenco il corpo di chi balla e l’insieme dei musicisti trasmettono delle vibrazioni che muovono anche nel corpo di chi sta seduto e partecipa allo spettacolo come pubblico, e poi il riflesso di quelle vibrazioni non può che tornare indietro a chi ballando l’ha inviato: ecco perché nel flamenco il ruolo del pubblico è attivo!

Come una corda o la pelle di un tamburo suonano soltanto quando sono sufficientemente tesi, così il nostro corpo è in grado di produrre suoni solo quando la nostra muscolatura è ben tonica, e la nostra energia si concentra e si mantiene, consapevolmente, nel suo centro. E’ il medesimo centro di energia descritto, ad esempio, nelle arti marziali praticate tradizionalmente in Oriente.

Insomma siamo tutti delle casse di risonanza e vibriamo sulle stesse frequenze. E forse è il caso di non parlare soltato di vibrazioni puramente fisiche.
Raramente pensiamo al corpo, nostro e altrui, come ad uno strumento musicale. E’ la vista il senso che immediatamente ce lo rende manifesto, già da lontano; poi gli altri sensi ce lo rivelano, ma a una distanza ravvicinata. L’udito ci fa immediatamente pensare alla voce, uno dei tratti distintivi e inconfondibili di ciascuno di noi. Eppure… eppure, sorprendentemente (ma forse neanche troppo, conoscendo Sabina…), durante le lezioni di danza il nostro corpo si trasforma in qualche cosa che mai avremmo pensato di poter avere. Al di là degli aspetti squisitamente tecnici che Sabina affronta con cura rigorosa, mai disgiunta da una dissacrante autoironia e da una allegria contagiosa, scopriamo l’intero universo delle possibilità espressive che il nostro corpo ci offre. Acquisiamo la consapevolezza di quello che è, un meccanismo selezionato da millenni di storia evolutiva per consentirci di muoverci in modo meravigliosamente esatto e funzionale, e arriviamo a scoprire che non solo si muove…ma anche suona! Per poter suonare il corpo deve però essere “abitato”, in ogni istante, da noi, dalla nostra sensibilità, esercitata a cogliere, attimo per attimo, quello che il corpo “fa” grazie alla sua naturale sapienza, che spesso non siamo in grado di cogliere, perché nessuno mai ce la fa notare.

Nel flamenco il corpo non copre la musica, non la affianca, non la usa: la vive. Il corpo stesso produce musica, non solo sotto forma di ritmo, benché questo sia un aspetto molto saliente nel flamenco, ma anche in altro modo. Ogni movimento è sonoro, è melodico, è commento vivo della musica, per questo si può dire che sia suono.

Ballare flamenco è come pronunciare ad alta voce la frase “ascolto il suono della mia voce dentro questa stanza” e farlo davvero. Si notano piccole o grandi modifiche dentro di noi che passerebbero altrimenti inosservate. Il miracolo che accade è che non ci importa più di ribadire con forza chi siamo, l’io individuale passa in secondo piano, si con-fonde con il gruppo: ci si sente immersi in un insieme, nel quale le parole ed i pensieri perdono importanza per lasciare campo libero alla comunicazione e alle emozioni. Emozioni che sono universali, non personali: è come parlare all’anima collettiva, quella che conosce allegria, tristezza, felicità, nostalgia, orgoglio, rabbia, coraggio, forza, leggerezza, in una gioia di vivere che è la vera magia del flamenco.
Ogni corpo vibra in forma diversa non solo per la sua stessa natura ma anche a seconda di come vengono percepiti gli stimoli esterni su di esso.

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