spettacolo flamenco - flamencomilano.it https://flamencomilano.it Studiare Flamenco a Milano Thu, 12 Mar 2020 12:18:39 +0000 it-IT hourly 1 Scarpe https://flamencomilano.it/scarpe/ Wed, 11 Mar 2020 17:51:36 +0000 https://flamencomilano.it/?p=3657 Consigli per acquistare quelle giuste per il flamenco Ottime scarpe da flamenco Saper scegliere bene è molto importante, molto più di quanto accade per altre danze. Le scarpe di flamenco devono poter garantire una stabilità al...

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Consigli per acquistare quelle giuste per il flamenco

foto scarpe da flamenco

Ottime scarpe da flamenco

Saper scegliere bene è molto importante, molto più di quanto accade per altre danze.

Le scarpe di flamenco devono poter garantire una stabilità al danzatore/danzatrice senza compromettere la salute di piedi e articolazioni.

Il bailaor e la bailaora, oltre che danzare, fanno musica, ed è fondamentale quindi che la scarpa sia anche un ottimo “strumento musicale” che permetta di poter produrre un suono chiaro, deciso e di qualità.

Questo però non tutte le calzature in vendita sul mercato lo garantiscono e spesso, presi dall’inesperienza del principiante o dalla semplice non conoscenza di questi elementi, si tende a comprare la prima cosa che si trova, che però presto si deve sostituire per varie ragioni: danni ai piedi o alle articolazioni dei piedi, poca stabilità (che invece è fondamentale avere durante il ballo), qualità di suono mediocre se non pessima o addirittura difficoltà a produrre il ritmo stesso.

In ogni caso è sempre raccomandabile chiedere consiglio al proprio insegnante, anche perché una volta scelta la ditta produttrice si potrà scegliere il modello, sempre personalizzabile e più adatto alle proprie esigenze.

Il tacco può essere dai 4 agli 8 cm. Io personalmente consiglio sempre 5.5, che è considerato lo standard.
Quello più basso per alcuni crea tensione sul tendine di Achille, per altri è solo scomodo.
Riguardo al tacco alto, lo standard è 6.5 ma alcuni richiedono un tacco speciale più alto su misura, più che altro per questioni di altezza e stacco di coscia. Il tacco alto fa gravare di più sull’avampiede e il metatarso soffre. Inoltre se non si è abituati a portare scarpe col tacco si fa molta fatica!
L’altezza del tacco dipende anche dalla misura della scarpa, che ovviamente cambia di parecchio da un 35 a un 41!
Considerate anche la larghezza della base del tacco. Esistono i tacchi detti  “cubani” che sono più squadrati, come quelli da stivaletti maschile. Sono ovviamente più stabili, anche se la stabilità di una scarpa deve essere sempre garantita, qualunque sia il tacco, ma hanno un suono decisamente più grave, che molto non apprezzano.
Ultima osservazione sulla misura: qualche anno fa sono stati molto di moda i tacchi a rocchetto, larghi in basso e più stretti al centro. Come stabilità, quelli più alti sono identici ai tacchi alti normali, mentre quelli più bassi decentrano l’equilibrio in avanti, o possono dare l’impressione di scivolare indietro. Per alcuni questa condizione è molto comoda, per altri è scomodissima.
Riguardo alla decorazione del tacco, sino a qualche anno fa tutti lo foderavano con lo stesso colore e materiale del resto della scarpa. Oggi si usano soluzioni più fantasiose,  per cui sono molto di moda i tacchi lasciati nudi, di puro legno, con mordente scuro o chiaro, o foderati con lo stesso colore ma di diverso materiale, ad esempio vernice mescolata a camoscio, o addirittura foderati di colori diversi o dipinti a fiori o con decorazioni varie.

Al primo acquisto è preferibile comprare un paio di scarpe di un colore neutro come il nero, il beige o il bordeaux, che si adattano maggiormente ad altri colori e che potreste abbinare più o meno a qualsiasi abito in vista di saggi o spettacoli (il rosso “fa tanto Spagna” ma fa a pugni con tutti i colori tranne se stesso e il nero!).

Ricordate che per comprare o indossare scarpe professionali da danza non bisogna essere dei professionisti, anzi, anche un principiante può provare più soddisfazione nello studiare e ballare quando le scarpe glielo permettono! E diffidate da scarpe troppo “economiche” perchè la qualità e la salute dei vostri piedi hanno il loro prezzo, giusto; le ditte di qualità non sono molte, le migliori lavorano tuttora i loro prodotti in maniera artigianale secondo metodi tramandati e frutto di esperienza e conoscenza dell’uso dei professionisti del settore.

Buone marche possono essere, oltre alle Artefyl, che rifornisce i ballerini del Mosaico Danza asd, anche Senovilla, Gallardo, Menkes, Begoña Cervera…

Scarpe da Flamenco Artefyl

foto scarpe flamenco artefyl

Il sito Artefyl scarpe da flamenco

Artefyl è una delle fabbriche che si trovano in Spagna con la migliore produzione di questi anni. Si tratta di artigianato in grado di soddisfare uno standard di alto livello qualitativo.

Producono solo scarpe di categoria professionale con suola in cuoio cucita a mano; grande scelta di modelli tra colore, pellami, tacchi e cinturini, combinabili a piacere fra l’altro con l’aiuto di un simulatore sul loro sito.

Disponibilità e attenzione verso il cliente cinque stelle.

Show room e vendita in Madrid, Calle Duque de Fernán Núñez 5, praticamente di fronte alla famosa scuola di baile Amor de Diós, fermata metropolitana Anton Martín.

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Flamenco che passione https://flamencomilano.it/flamenco-che-passione/ Fri, 11 Nov 2016 19:35:01 +0000 http://flamencomilano.it/?p=3634 Perché ballare flamenco appassiona così tanto chi lo fa? – Esprime parti di noi che non è facile contattare con altri mezzi. -Le musiche in commercio non sono nate per la danza, e quindi non...

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Perché ballare flamenco appassiona così tanto chi lo fa?

espressività nel flamenco

L’espressività nel flamenco

– Esprime parti di noi che non è facile contattare con altri mezzi.
-Le musiche in commercio non sono nate per la danza, e quindi non hanno la struttura che sarebbe corretta per il baile. Occorre la musica dal vivo perché la relazione corpo-suono nel flamenco è fondamentale. Ed è meraviglioso ballare con i musicisti!
– E’ qualcosa che non si fa da soli, ma che richiede insistentemente la presenza di altre persone, quanto meno di chi suona, chi canta e chi tiene il tempo. La dimensione umana del sentirsi parte di un gruppo è assolutamente terapeutica, e crea un senso di vitalità, benessere e commozione (con-muovere, muovere gli animi insieme!) che fa stare molto bene.
– Quando si balla non si pensa, si è solo presenti a se stessi ed alla situazione, come nella meditazione. Ci obbliga quindi a scollegarci da tutto e ci porta in una dimensione in cui i problemi vengono accantonati e ci si “limita a… vivere”!
– Attenzione: il flamenco diventa facilmente una specie di droga. E pesante, pure! Chiedete ai vostri amici sul palco e vi confermeranno che crea dipendenza. Irresistibile la tentazione di provare a ripetere qualche passo aspettando un amico davanti al suo portone, o di dare musicalità al ticchettio dei nostri passi, o di muovere le mani e battere le palmas quando, al volante della nostra auto, siamo in attesa al semaforo…
Che provi a negare di farlo chi balla Flamenco!

Allieve di flamenco

Allieve flamenco dipendenti!

La coreografia viene rivista a casa (chi vive con un ballerino di flamenco lo sa…) su cellulari, videocamere, spedita su caselle email, pubblicata su apposite pagine facebook, condivisa su dropbox, su whatsapp… Per impararla bisogna ripetere ogni passaggio moltissime volte e così, pian piano, il flamenco si insinua nella vita quotidiana. Si comincia timidamente, in coda in farmacia o aspettando l’autobus, facendo i passi piccoli piccoli. Quanto più la data fatidica si avvicina, tanto più si diventa spudorati, e si ripetono i passi al lavoro durante la pausa pranzo, fra gli sguardi attoniti (ma anche un po’ invidiosi) dei colleghi. C’è persino chi li prova durante i sogni (chissà se i passi sono quelli giusti?).

Gli amici, i fidanzati, i familiari, non capiscono come caspita si debbano dedicare ad una passione tutti i momenti liberi. Chi balla lo sa 😉Facebooktwitterlinkedinrssyoutube

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Spettacoli e Saggi degli allievi https://flamencomilano.it/spettacoli/ Sat, 04 Jul 2015 11:09:13 +0000 http://flamencomilano.it/?p=3495 Guida alla fruizione per spettatori milanesi Quando andiamo a vedere uno spettacolo di una scuola o ancor più un saggio, dobbiamo considerare che cosa c’è dietro. Prima di tutto, ricordiamo che questa danza è...

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Guida alla fruizione per spettatori milanesi

Momento intenso durante un saggio di flamenco

Un momento intenso

Quando andiamo a vedere uno spettacolo di una scuola o ancor più un saggio, dobbiamo considerare che cosa c’è dietro.

Prima di tutto, ricordiamo che questa danza è enormemente difficile. Fatica, sudore, arrabbiature contro i propri piedi che non ne vogliono sapere di produrre i suoni giusti al momenti giusto, contro i musicisti che si ostinano a non modificare il ritmo per adattarlo ai nostri errori. Tempo, tanto tempo dedicato, sottratto agli impegni, allo studio, alla famiglia… ma anche e soprattutto divertimento, condivisione, gioia di vivere.
Imparare non è uno scherzo!

Imparare a ballare producendo al contempo musica non è facile proprio per niente: ricordarsi tutta la coreografia, che nel flamenco, proprio per le esigenze costruttive stesse del genere musicale, dura sempre almeno 7 o 8 minuti, quando non 12 o 13 mette a durissima prova i nostri poveri neuroni. Inoltre mettersi sul palco davanti a tanta gente ci espone ad un rischio reale di fare una brutta figura proprio con i nostri amici: psicologicamente è un carico che va considerato.

Ovviamente le capacità dei ballerini sono soggettive e personali, e in un saggio on viene effettuato un casting!
Ci sono persone molto timide, per le quali mettersi sul palco significa esporsi enormemente, ci sono persone che magari hanno appena cominciato il loro percorso nella danza. Ballare non è semplice, e soprattutto non lo è partire, in alcuni casi, proprio dal flamenco: imparare a danzare, a suonare e ad essere espressivi e presenti nel movimento è davvero una bella sfida!

Le musiche in commercio non sono nate per la danza, e quindi non hanno la struttura che sarebbe corretta per il baile. Occorre la musica dal vivo perché la relazione corpo-suono è fondamentale. E i musicisti non sono macchine e non suoneranno nello stesso modo ogni giorno: nessuno di loro a davanti a sé una partitura musicale. Che cosa significa questo? Che il flamenco nella sua essenza è improvvisato, anche quando c’è un montaggio coreografico preciso da seguire. Pensate alla musica jazz, e avrete un’idea più chiara del fenomeno. I musicisti non suonano esattamente la stessa cosa ogni volta, anzi, al contrario, ad ogni ripetizione ci sono continue variazioni.
Evidentemente, alle lezioni non possono sempre essere presenti tutti i musicisti: per ballare flamenco ci vuole almeno una chitarra, un cantaor e qualcuno che tenga il ritmo, con le palmas o con una percussione. abbiamo la fortuna di poter avere l’accompagnamento di una chitarra e spesso anche del violoncello un paio di volte al mese, ma tutti gli altri strumenti e soprattutto i cantaores…. vengono solo per l’evento saggio (fra l’altro per David non sarebbe comodissimo venire a cantare durante le lezioni direttamente da Cordova, visto che vive lì…). Quindi i ragazzi (ecco come chiamo gli allievi, indipendentemente dalla loro età anagrafica) si abituano a ballare con la famosa cantaora “La milanesa afonica”, al secolo… io, che, oltre a non saper proprio cantare flamenco (non sono stonata, anzi, e ho ottimo senso del ritmo, ovviamente, dato il lavoro che faccio, ma per cantare flamenco occorrono doti di voce e di uso della voce che di certo non mi appartengono, quindi il mio canto è un surrogato del canto flamenco quanto il Big Mac lo può essere di una costata alla fiorentina…) ho anche la erre moscia (immaginate le risate quando cerco di cantare l’introduzione di Algerias che suona “tirititran tran tran” o il finale della Farruca “Que con el tran tran trero”)… quando sentono il cante vero ne hanno uno shock dal quale si riprendono solo dopo un po’ di ore!
Ma il bello del flamenco è proprio questo: l’essere presenti, nel momento. E lasciare che sia il nostro istinto a rispondere!
Mettersi in gioco sul palco è davvero una sfida coraggiosa.

gruppo che balla flamenco al saggio

L’entusiasmo degli allievi è una vera festa

Per imparare, si deve lavorare sodo, rubando tempo agli impegni quotidiani, ripassando mentalmente i passi in coda al semaforo o ripetendoli di nascosto, piccini piccini, alla fermata dell’autobus: il flamenco è una malattia, che si insinua subdolamente in ogni più recondita piega della nostra giornata. Si prova, si sbaglia, ci si arrabbia, e, proprio quando ci sembra che il passo non verrà mai, ecco che per miracolo si apre una finestra e… voilà, tutto appare chiaro. Finalmente l’accento ritmico, la dinamica del movimento funzionano e ci convinciamo per un attimo che non li sbaglieremo più… ma ecco che il giorno dopo improvvisamente tutto è di nuovo nebuloso…

La collaborazione è fondamentale anche perché nel flamenco la musica è dal vivo e i musicisti non hanno spartito, lavorano sull’improvvisazione, rispondono al momento, al “qui e ora”. Non c’è neanche un direttore d’orchestra! A dirigere il tutto, come nella musica jazz, è l’ascoltarsi, il sentirsi, il rispettarsi, l’aiutarsi, il sottolineare le qualità reciproche.

Inoltre, mettersi sul palco davanti a tanta gente ci espone ad un rischio reale di fare una brutta figura proprio con i nostri amici: psicologicamente è un carico che va considerato.

Il flamenco è come la vita stessa: ogni giorno è differente, non c’è niente di prevedibile al 100%, e una parte del suo fascino è proprio questo: prendersi il rischio!

Il flamenco ha un fascino pericoloso, totalizzante: attenzione… crea facilmente dipendenza!

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