![Condividi su Facebook! Facebook](core/modules/59c124d65f/img/gray-transparent/64x64/facebook.png)
![twitta! twitter](core/modules/59c124d65f/img/gray-transparent/64x64/twitter.png)
![Share on Reddit reddit](core/modules/59c124d65f/img/gray-transparent/64x64/reddit.png)
![Pin it with Pinterest pinterest](core/modules/59c124d65f/img/gray-transparent/64x64/pinterest.png)
![Share on Linkedin linkedin](core/modules/59c124d65f/img/gray-transparent/64x64/linkedin.png)
![Share by email mail](core/modules/59c124d65f/img/gray-transparent/64x64/mail.png)
Un sito dedicato alla milanesità flamenca
Quando è arrivato a Milano, negli anni ’80, il Flamenco era un vero mistero: se ne aveva l’idea di una cosa esotica, forse spagnola ma forse sudamericana, che fosse un ballo di coppia con la rosa fra i denti?
I primi pionieri facevano sacrifici inenarrabili per poterlo studiare:
– cercare di seguire tutte le lezioni possibili in città, l’eccentricità di Franca Roberto, ballerina della Scala innamorata dell’Andalusia e della sua danza, la creatività di William Saville, danzatore eclettico con una grossa esperienza di spettacolo sulle navi da crociera, e i corsi di nacchere e danze spagnole di Laura Farré Jimeno, che portava da Barcellona l’amore per rumbas e folklore.
– viaggiare (e pagare i biglietti aerei per la Spagna una vera fortuna!). Soprattutto all’epoca la meta era Madrid e la storica scuola Amor de Dios, poi Sevilla. A Jerez nel 1989 guardavano ancora gli stranieri come “gente rara”. Oggi vi si sente parlare italiano, russo e giapponese più che spagnolo!
– cercare videocassette duplicate abusivamente di terza mano, copiare le musicassette piene di fruscii -nei negozi il flamenco non era neanche contemplato come genere musicale.
– distruggere le scarpe da passeggio nel tentativo di imparare a battere i piedi, e poi rassegnarsi a comprare quelle carissime (90.000 lire, nel 1985), a pianta stretta e con la punta non rinforzata ma almeno chiodate che vendeva il famosissimo negozio di abiti da danza Porselli, accanto al Teatro alla Scala
– rovinare il pavimento del salotto di casa in assenza di sale prove.
– attendere con ansia le serate e gli stages organizzati con passione ed enormi sforzi di tempo, denaro ed energie, dalla Peña Flamenca di Milano, la prima in Italia, nata nel 1992.
Oggi è tutto molto più facile: ci sono tantissime scuole (www.ilmosaicodanza.it), una quantità notevole di insegnanti e tanti appassionati, le compagnie low cost vi portano a Siviglia da Orio con pochi soldi, youtube e spotify sono gratis e vi si trova di tutto, scaricare o comprare musica è sempre più facile. Inoltre gli insegnanti oggi sono molto più competenti e preparati di quelli che c’erano allora…
![Seguici su Facebook Facebook](core/modules/59c124d65f/img/gray-transparent/64x64/facebook.png)
![Seguici su Twitter! twitter](core/modules/59c124d65f/img/gray-transparent/64x64/twitter.png)
![Find us on Linkedin linkedin](core/modules/59c124d65f/img/gray-transparent/64x64/linkedin.png)
![Subscribe to our RSS Feed rss](core/modules/59c124d65f/img/gray-transparent/64x64/rss.png)
![Il nostro canale Youtube youtube](core/modules/59c124d65f/img/gray-transparent/64x64/youtube.png)